Quante tasse si pagano sull’eredità? Ecco la risposta

Quante tasse si pagano sull’eredità? Ecco la risposta

L’imposta di successione in Italia è un’impresa che grava sul trasferimento di beni e diritti per causa di morte. Il suo obiettivo è quello di prelevare una quota del valore del patrimonio del defunto per destinarla alle casse dello Stato. In merito al trasferimento si tengono in conto l’aliquota e la franchigia, che variano a seconda del grado di parentela tra il defunto e l’erede.

Per quanto riguarda le aliquote, il calcolo è il seguente:
– 4%: Coniuge e figli legittimi, figli naturali riconosciuti, figli adottivi, nipoti in linea diretta del defunto.
– 6%: Fratelli e sorelle, affini in linea retta ascendenti (genitori, nonni), affini in linea collaterale fino al secondo grado (nipoti, cugini).
– 8%: Altri parenti fino al quarto grado, affini in linea retta oltre il secondo grado, affini in linea collaterale oltre il terzo grado, estranei.

Per la franchigia, invece, il discorso è diverso e pone come limite:
– 1 milione di euro: Coniuge e figli legittimi, figli naturali riconosciuti, figli adottivi.
– 500.000 euro: Fratelli e sorelle.
– 100.000 euro: Altri soggetti.

Per intenderci con qualche esempio: se un figlio è erede di un patrimonio di 1.500.000 euro, pagherà un’imposta di successione di 20.000 euro, cioè 4% su 500.000 euro; un cugino, erede di un patrimonio di 800.000 euro, pagherà un’imposta di successione di 48.000 euro, ovvero l’8% su 600.000 euro. Mentre un estraneo, erede di un patrimonio di 2.000.000 euro, pagherà un’imposta di successione di 120.000 euro, vale a dire l’8% su 1.900.000 euro.

Un’ eredità può essere comprensiva di diversi elementi. Gli elementi di un’ eredità non sono relativi solo al fattore denaro, ma anche ai beni immobili, come case, terreni o donazioni di vario titolo. Nel caso di una prima casa, ad esempio, se è elemento di eredità da parte del defunto, l’imposta di successione che deve pagare l’erede non si applica sul valore della prima casa, a condizione che questi rispetti alcuni requisiti, come avere la residenza presso l’immobile in questione o, in caso contrario, decidere di trasferire la propria residenza entro un anno dal decesso.

Per quanto riguarda il tema donazioni fatte dal defunto in vita, sono considerate ai fini del calcolo dell’imposta di successione. Se il valore delle donazioni supera un certo limite, l’imposta di successione viene calcolata anche sul valore delle donazioni stesse.

Per poter usufruire di un’ eredità in Italia, gli eredi devono generalmente pagare l’imposta di successione, un’ imposta che grava sul trasferimento di beni e diritti per causa di morte. Oltre all’imposta di successione, gli eredi potrebbero dover pagare anche altre imposte e tasse come l’imposta ipotecaria e catastale e l’imposta di bollo.

La dichiarazione di successione deve essere presentata all’Agenzia delle Entrate entro un anno dalla morte del defunto, compilata con la massima cura e precisione, in quanto i dati in essa contenuti sono utilizzati per il calcolo dell’imposta di successione. A questa si deve allegare l’imposta di successione deve essere pagata dagli eredi entro un anno dalla presentazione della dichiarazione di successione. Il pagamento può essere effettuato in unica soluzione o in rate. I beni immobili che fanno parte dell’eredità devono essere volturati a nome degli eredi presso il Catasto. Infine, bisogna richiedere il certificato di successione, cioè un documento che attesta il passaggio dei beni e dei diritti dal defunto agli eredi. Può essere utile per una serie di formalità, come l’incasso di polizze assicurative o l’apertura di un conto corrente cointestato.

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